fbpx
Eventi

Iscriviti

All Inclusive Fashion

All inclusive fashion è un progetto che mira a portare valore nella comunicazione della moda sostenibile. È una ricerca visiva, una filosofia.

Il fine del progetto è veicolare attraverso la comunicazione inclusiva nuovi tipi di valore: inclusività, parità di genere, sostegno alla comunità lgbtq+, visibilità alle minoranze e creare una nuova concezione di bellezza estetica.

Per la realizzazione di questo progetto è stata avviata una collaborazione con Mandacarù – Altromercato, leader nazionale nel commercio equo e solidale realizzando un progetto creativo scattando alcuni dei capi delle nuove collezioni autunno-inverno.

Il progetto tiene in considerazione tre tipi di cambiamento: consumistico, ambientale e valoriale.

Don’t abuse!
Re-use.
(zero waste)

la Cucina d’Autore di Alessandro Gilmozzi

Per questo mio progetto di tesi dal titolo erbe spontanee di montagna la Cucina d’Autore di Alessandro Gilmozzi ho avuto la fortuna di collaborare con lo Chef stellato Alessandro Gilmozzi e ho avuto la possibilità di fotografare i suoi piatti e trasmettere così il suo lavoro e il suo pensiero attraverso le mie immagini.

Alessandro Gilmozzi è uno degli Chef più interessanti d’Italia grazie alla sua cucina basata sulle erbe spontanee di montagna.

È una cucina fatta di tradizione, innovazione e raccolta consapevole nella semplicità dei boschi con la capacità di far assaporare il territorio sia con gli occhi che con il palato.

Attraverso il ristorante stellato El Molin a Cavalese, una piccola nicchia che profuma di natura, lo Chef Gilmozzi da vita alla sua filosofia che è quella di accompagnare il cliente in un viaggio attraverso il territorio, le Dolomiti.

Più che un piatto è un paesaggio, più che un percorso culinario è una passeggiata nei boschi. È una cucina che si assapora con tutti i sensi.

Chiudendo gli occhi e assaggiando i piatti, come dice Alessandro Gilmozzi, non c’è dubbio, ci si sente in Val di Fiemme.

Icy Corteccia lo dimostra bene. È un gelato alla corteccia di cirmolo con crumble di sottobosco composto da mirtillo, ginepro, betulla candita, nocciola selvatica e lichene candito.

È la sua terra che viene messa nel piatto. Licheni, muschi, resine, radici ed erbe spontanee sono tra gli ingredienti principali che fanno trasparire l’amore per l’ambiente in cui lo chef vive, Cavalese, la Val di Fiemme e le Dolomiti dando vita ad una cucina d’autore, di montagna.

Molte sono le particolarità ti questa cucina.

In questa teiera lo Chef serve la sua Essenza di Terra, un incrocio tra la passione per le tisane e per i brodi racchiudendo, oltre che a licheni e erbe spontanee, 10 tipi di carni diverse tra cui manzo e vitello, piccione, gallo forcello e camoscio.

In ogni piatto è presente una grande storia, un lungo percorso di ricerca abbinato alla tecnica e moltissime sensazioni che ho potuto vivere assaggiando le creazioni dello Chef attraverso il percorso culinario El Molin Essenze by Alessandro Gilmozzi.

Per rappresentare e comunicare l’essenza del lavoro di ricerca dello Chef sono stati scelti quattro piatti principali capaci di racchiudere l’intera filosofia.

Lo stile scelto in ogni fotografia è stato studiato appositamente per rappresentare al meglio il piatto con le sue qualità e le diverse emozioni che suscita.

I piatti

Il primo piatto scelto è un entrèe, servito all’inizio del percorso culinario.

Sfera di Pintonic. Rappresenta la passione dello Chef per il Gin Tonic.

È una sfera di burro di cacao contente il Pintonic, Gin Tonic creato con il Gilbach Gin di produzione dello Chef con aggiunta di essenza di pino. La sfera viene immersa in azoto per ottenere una temperatura più bassa e dare al piatto una consistenza unica.

La sfera di Pintonic viene servita all’interno di una scatola di abete rosso della Val di Fiemme, adagiata su un letto di trucioli anch’essi di abete sprigionando così un profumo caldo e avvolgente che si abbina alla freschezza del Pintonic.

Il prossimo piatto scelto è “Il Risotto”.

Per lo Chef è il ricordo di due passioni: il riso alla parmigiana e la sensazione che si ha entrando nelle baite di montagna. Il piatto infatti è ispirato al caratteristico profumo delle “foghere” che sono le baite di montagna con i fuochi aperti all’interno. Lo Chef quando era piccolo si portava sempre a casa nei vestiti questo profumo. Era un profumo ma anche un sapore che, in molti anni di ricerca, Alessandro Gilmozzi è riuscito a ricreare tostando il pinolo interno della pigna fermentata, ottenendo così una farina aromatica che completa il risotto.

Viene servito in un piatto realizzato per ricordare la forma dell’interno del camino. Ogni piatto, realizzato da un’artigiano di vasellame, è unico nella sua forma, essendo lavorato a mano partendo dallo stampo del gomito dello Chef.

Dopo il risotto passiamo al dolce. Il prossimo piatto si chiama Borderline.

È un dessert a base di resine e lichene candito. Il nome Borderline è stato dato in quanto tutti gli elementi che compongono il piatto vengono raccolti in territori di confine ed è la perfetta interpretazione del territorio, le Dolomiti. Lo Chef vuole prendere i profumi della terra e dargli una consistenza.

La parte principiale del dessert è il gelato alla resina di cirmolo, a cui viene data la forma di pigna. Il lichene viene candito in acqua e zucchero mentre il crumble è di gemme e resina di abete. La parte di terra è costituita dalla radice di topinambur selvatico e miele di melo che è l’unico miele che sa di muschio. Questo piatto è molto importante per lo Chef in quanto è dedicato al nonno Marco, che lo ha stimolato fin da piccolo facendolo appassionare alla botanica e al territorio.

Viene servito in un uovo di cirmolo, realizzato dalle mani di un amico appositamente per lo Chef che è simbolo di sorpresa e scoperta.

Vi posso assicurare che come afferma lo Chef “assaggiando il Borderline si avrà la sensazione di essere sotto ad un albero quando nevica”.

Infine per concludere l’intero percorso culinario e di sensazioni abbiamo Apoteosi di Rugiada.

È una creazione unica dello Chef, la cui lavorazione è tenuta segreta, ed è frutto di 6 anni di ricerca.

Viene proposta a fine pasto in un’atmosfera magica. Io chef in persona serve al cliente un cucchiaino apparentemente vuoto, da gustare e assaporare per trenta secondi scoprendo con stupore tutti gli aromi che si sprigionano.

È la rugiada mattutina raccolta a 5 diverse altitudini in vari punti delle Dolomiti.

Apoteosi di Rugiada racchiude l’intero percorso filosofico e culinario in un’unica, invisibile, goccia.

Queste sono le mie 4 fotografie scelte per condividere e comunicare l’intero percorso culinario e trasmettere sensazioni uniche assaporando anche con la vista le creazioni dello Chef.

Spero di avervi stuzzicato l’appetito, i sensi e la curiosità invitandovi quindi a conoscere meglio e di persona Alessandro Gilmozzi e la sua cucina di montagna, d’autore.

Presentation Designer – Il risultato di me stessa

Questo progetto di ricerca ha dato vita ad nuovo profilo professionale, il Presentation Designer: una nuova figura che si propone di supportare professionisti, docenti e studenti nella progettazione consapevole delle proprie presentazioni. Il Presentation Designer si serve di un design multiforme, ovvero un design che sfrutta discipline di natura di natura differente, per creare vere e proprie esperienze. Nello specifico lavora su tre elementi in contemporanea: lo slide design per rafforzare il valore delle parole attraverso le immagini, la struttura del discorso per costruire storyline in linea con l’obiettivo e il Public Speaking per supportare gli speaker nella fase di preparazione e consegna della presentazione.

Oggi le presentazioni hanno un ruolo di fondamentale importanza nella comunicazione. Ogni giorno ci troviamo a comunicare idee davanti ad un pubblico. Abbiamo pochi minuti per colpire e spingere all’azione, pochi minuti per trovare approvazione e nuovi clienti: una sola presentazione per mettere in condivisione contenuti che – alle volte – potrebbero rendere il mondo un posto migliore. Eppure queste occasioni ce le lasciamo sfuggire costantemente, presentandoci davanti al pubblico impreparati: con l’ansia di aver pensato alla presentazione solo qualche secondo prima di salire sul palco, con slide sommerse da lunghi testi dai quali non emerge alcun concetto, con immagini che sono il primo risultato di “Google Immagini”, con schemi complessi e poco comprensibili, ma soprattutto con discorsi poco convincenti e che non hanno ne un inizio ne una fine. Questi sono tutti elementi che impediranno al pubblico di crescere, azzerando così il valore aggiunto per il futuro.

La disciplina del Presentation Design nasce dal voler permettere a professionisti, docenti e studenti di conferire alle loro idee il valore che meritano. Questo servizio è suddiviso, infatti, in 4 micro servizi che offrono una proposta personalizzata basata sulle loro esigenze.
Una serie di sondaggi, somministrati a maggio 2019, mi hanno permesso di definire i servizi e di associarli a target specifici. Dai risultati è emerso come le presentazioni siano parte integrante della vita delle aziende, infatti, l’81% dei professionisti ha ammesso di vedere almeno una presentazione al mese. Ciò rivela che dipendenti, manager e imprenditori, dedicano buona parte delle loro giornate a strutturare e progettare le proprie presentazioni: come ammette più del 70% dei professionisti intervistati. L’obiettivo è consentire alle aziende di occuparsi di attività aziendali che più gli competono e appassionano, dedicando loro 3 diversi servizi: slide redesign, Presentation Design e consulenza.

Slide redesign

Servizio

Il servizio di Slide Redesign è dedicato ai formatori che vogliono salire sul palco con la sicurezza di avere un supporto visivo che migliora il processo di apprendimento e rafforza la memorabilità del contenuto.

Presentation Design

Servizio

Il servizio di Presentation Design è dedicato a startup e PMI che voglio distinguersi dalla massa con presentazioni che hanno storyline chiare e slide coinvolgenti, e con un supporto nella fase di preparazione e consegna della presentazione.

Consulenza

Servizio

Il sevizio di consulenza è dedicato ai reparti di marketing di aziende, enti e istituzioni, che vogliono ricevere soluzioni personalizzate per migliorare le loro presentazioni future.

Il quarto servizio è dedicato alle scuole, ma anche ad istituzioni e associazioni. I sondaggi a loro proposti hanno dimostrato come studenti e docenti siano portati spesso a progettare le proprie presentazioni, senza però avere le conoscenze di base per farlo: il 99% dei docenti degli studenti intervistati utilizza le slide nelle proprie lezioni e, allo stesso modo, l’85% degli studenti ritiene di dover preparare almeno una presentazione al mese.

Formazione

Servizio

Proprio per questo a loro è dedicata un’attività specifica di formazione. Questa tipologie di servizio può essere può essere applicata alle scuole, attraverso l’inserimento di brevi moduli implementati nella didattica degli studenti e con corsi di aggiornamento per i docenti, e in associazioni ed istituzioni con momenti di formazione mirati alle necessità del momento. La versatilità di questa attività è data dall’idea di un corso modulare che può essere studiato, di volta in volta, in base al gruppo di riferimento. La volontà è quella di creare consapevolezza attraverso la comprensione del processo e degli strumenti utili alle singole fasi della costruzione delle presentazioni.

Il Presentation Design è una disciplina che vuole portare le presentazioni ad un livello più consapevole, trattandole e progettandole come fossero un prodotto di design: uno strumento per attrarre, condividere ed emozionare.

Fighters of the light

Il progetto è nato grazie a Popoli e Solid onlus, due associazioni che conosco da tempo e che si occupano di solidarietà internazionale in diversi scenari: Kossovo, Kenya, Palestina, Siria, Sud Africa e Birmania. Proprio in Birmania è stata Popoli Onlus ad aprire la breccia solidale, ormai vent’anni fa, portando aiuto concreto nei villaggi e creando una rete di personale medico capace di aiutare la popolazione, istruendo gli infermieri del luogo. Ma non solo, sono state costruite scuole, ospedali, piantagioni, sono stati donati macchinari per permettere ai Karen di lavorare la terra.
Si è edificato e difeso il loro futuro.

Così ho deciso di partire anch’io e dare il mio apporto aiutando gli altri volontari, documentando la missione e provando a raccontare la storia di questo popolo che assomiglia tanto a quella di Davide contro Golia, che ha il gusto dei tanti contro i pochi, che rappresenta il concetto di solidarietà identitaria, una solidarietà lontana dalla copertine patinate e dagli interessi economici che purtroppo sempre più spesso troviamo nell’aiutare chi ne ha bisogno.

La fierezza non si compra, questa terra è di noialtri.

ZeroZeroAlfa

Ma qui è diverso. Qua manca tutto, compresa l’attenzione mediatica su un conflitto che distrugge villaggi e colpisce i civili.
Ma si respira un’aria diversa e nonostante tutto i Karen resistono, ridono, raccolgono sotto il sole i frutti di quest’angolo di mondo, quasi fossero protetti e ammantati di luce, come fossero dei Guerrieri della Luce: Fighters of the light.

Campagna pubblicitaria BrennerLEC

BrennerLEC è un progetto innovativo e dimostrativo che consente di ridurre l’inquinamento dovuto al traffico autostradale e di porre misure concrete a favore della salute della popolazione che vive nel nostro territorio. Si colloca nel contesto di un’area sensibile come le Alpi e si pone l’obiettivo di creare un “corridoio a emissioni ridotte” (LEC – Lower Emission Corridor) con il quale si propone di rendere il traffico veicolare di transito maggiormente rispettoso nei confronti della salute della popolazione residente. Il progetto va ad interessare l’asse autostradale del Brennero, tra Bolzano e Rovereto, ha lo scopo di definire come, dove e quando potranno essere applicate limitazioni alla velocità con l’obiettivo di ottenere la massima efficienza ambientale e trasportistica con il minor disagio possibile per l’utenza stradale. Le limitazioni di velocità indicate da BrennerLEC sono destinate solo ai veicoli leggeri. Per i veicoli pesanti non sono previste ulteriori limitazioni: la velocità massima di 80km/hv raggiungibile da questi mezzi è infatti ottimale dal punto di vista delle emissioni.

ALZA IL PIEDE DAL GAS!
Goditi l’aria, non accellerare l’inquinamento.

BRENNERLEC

Il progetto BrennerLEC è attivo da ormai tre anni, ma tuttavia non ha ancora una comunicazione efficace verso l’esterno. Dopo vari incontri con APPA Trento (Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente), creatore del progetto BrennerLEC, ho proposto loro la realizzazione di una campagna pubblicitaria. Questa campagna sarà composta sia da una parte cartacea (manifesti, volantini, cartelloni…) che da una parte di ambient marketing. In quest’ultima fase sarà prevista un’installazione con lo scopo di  far interagire le persone direttamente con l’ambiente.

L’installazione avrà le sembianze di una cornice al suo interno vuota con applicata sul retro, tramite un perno, la sagoma dell’acceleratore con il piede che potrà essere alzata e abbassata dalla persona. Di fianco alla cornice sarà collocata una colonnina con un qrcode per collegare le persone direttamente al sito di BrennerLEC. L’idea di poter alzare il piede, avendo così una visione totale di ciò che sta dietro alla cornice, è collegata allo slogan e payoff della campagna, “ALZA IL PIEDE DAL GAS – Goditi l’aria, non accelerare l’inquinamento”. Le persone per ammirare l’ambiente dovranno quindi interagire attivamente con l’installazione alzando il piede per potersi così godere al  meglio il panorama.